Con i Mondiali di calcio in Qatar che si avvicinano, le luci dei riflettori sono tutte puntate su questo sport.
E, dopo le buone prestazioni di Milan e Napoli in Champions League, i tifosi italiani hanno ancora l’amaro in bocca perché non ci saranno a Doha. Ma, tra dolori e trionfi, quello che sta davvero passando inosservato sono lo sviluppo e l’organizzazione delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina nel 2026.
Anche in questo caso, si tratta di una storia di dolori e successi che, a volte, nemmeno la migliore agenzia SEO può colmare o cambiare. Dopo l’assegnazione dei giochi alle due città italiane a maggio 2021 e dopo i festeggiamenti iniziali, sono iniziate subito le polemiche e i ritardi. In tutto questo, c’è una solo sicurezza, la data di inizio dei Giochi: 6 febbraio 2026.
Prima ci sono stati i ritardi nella costruzione degli impianti, poi i lavori che si sono completamente fermati in molte delle località lombarde. Nel 2021, il bilancio della Fondazione Milano Cortina 2026 aveva una perdita di 21 milioni di euro. Il problema più recente è la nomina dell’Amministratore Delegato (AD) per la Fondazione stessa, che è l’ente che organizza i Giochi olimpici invernali 2026. Il nome trapelato nella stampa era quello di Letizia Moratti, ma il Sindaco di Milano Beppe Sala ha subito smentito e poi l’ha fatto la stessa Moratti.
La Fondazione aspetta la nomina di un AD da quest’estate, quando Vincenzo Novari ha lasciato la guida di questo ente. Ma, nonostante l’urgenza, la trama della nomina continua ad infittirsi perchè sembra sarà sempre più una carica politica e sempre meno una carica sportiva. Diversi nomi sono stati passati al vaglio, come il manager
Andrea Abodi prima, però, che diventasse il nuovo ministro dello Sport del governo di Giorgia Meloni. Dopo la promessa di una nomina veloce alla Fondazione che Meloni aveva fatto al Comitato olimpico internazionale (CIO), la situazione è ancora instabile.
Mentre continuano i dibattiti tra politica e comitati olimpici, i lavori di sviluppo non sono molto “in corso.” Diminuiscono i tempi di costruzione ma aumentano i costi dei cantieri sia in Veneto che in Lombardia. Per questo, il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha riproposto il capoluogo del Piemonte come una delle località per le Olimpiadi invernali. Aveva già fatto questa proposta al momento dell’assegnazione a Milano e Cortina, ma aveva ricevuto un no secco. Però, a Torino ci sono già molte infrastrutture pronte come il PalaVela per il pattinaggio su ghiaccio.
“Come sempre, ci mettiamo a servizio del paese,” ha detto Lo Russo, “siamo contentissimi che le olimpiadi 2026 arrivino in Italia a Milano-Cortina. Se ci saranno le condizioni faremo quello che possiamo fare per rendere questa grande occasione di sport una bella vetrina anche per Torino e per tutta l’Italia”.
Non è escluso che il CONI possa accettare l’offerta del Sindaco torinese, dato che continuare con l’organizzazione è fondamentale. Se il 2026 sembra lontano, non lo è poi molto, come sottolinea il Presidente del CONI Giovanni Malagò.
“Ci aspettiamo che il prima possibile venga nominato il nuovo amministratore delegato. C’è un’esigenza pratica, lo stesso Cio si aspetta che avvenga con urgenza,” ha detto Malagò.
Con i costi calcolati a 2 miliardi di euro, in ballo c’è molto di più di una gara di sci. Le Olimpiadi Milano-Cortina sono sempre di più una questione politica. E sempre meno sportiva.